"CADUTA"
Performance, 2006, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Mauro Folci
Platone nel Teeteto narra di Talete, che cadde in un pozzo perché distratto mentre osservava il cielo.
Addirittura una servetta tracia avrebbe riso del grande pensatore, che volendo conoscere le cose del cielo, perdeva
di vista quelle vicine a lui. Aristotele lo considera il primo filosofo perché ricercava l'archè,
il principio di tutte le cose e, a differenza dei suoi predecessori, lo faceva con rigore scientifico e non ricorrendo al mito.
In questo senso Talete può essere considerato sia scienziato che filosofo. A causa della sua povertà
la gente gli rinfacciava l'inutilità della sua filosofia, e a questo proposito Aristotele ci racconta un aneddoto
in cui Talete dimostra di sapere come trarre profitto dal suo ingegno: avendo capito con lo studio degli astri
che sarebbe venuta una stagione ricchissima di olive, affittò d'inverno a un prezzo molto basso tutti i frantoi di Mileto
e di Chio, per affittarli poi a sua volta a prezzi altissimi quando tutti ne facevano richiesta. Mostrò così di
sapere come ci si può arricchire ma che ciò non era nel suo interesse: i filosofi cercano qualcosa di cui
l'uomo comune ride.
Quando qualcuno cade provoca inevitabilmente il riso degli altri, e la risata agisce sia come censura (Bergson)
che come espressione empatica di riconoscimento di un con-esserci, di un'appartenenza comune ad una dimensione preindividuale.
È un riso censorio quando i corpi cadendo mostrano una deviazione dal regolare andamento sociale, ma è al contempo un
riso "simpatico", in cui riconosciamo la nostra natura comune.
Perché interessarsi di un pensatore tanto lontano in questa notte della ricerca scientifica?
In un momento storico in cui la ricerca scientifica è impegnata come mai nel territorio della riproducibilità
tecnica della vita, Talete è figura emblematica che auspica un ritorno al dialogo tra il pensiero speculativo
filosofico, e quello scientifico - strumentale.
Da queste sintetiche premesse nasce l'azione CADUTA, il cui intento è suggerire una più attenta riflessione etica,
che coinvolga nel dibattito scientifico linguaggi eterogenei e branche diverse del pensiero umanistico. Lo scienziato che si
appresta a prendere parola sul palco cadrà due volte, prima e dopo il suo intervento. Successivamente, per rimarcare la
necessità di avvicinare e far dialogare i differenti linguaggi dello scienziato e del pubblico, la caduta verrà ripetuta,
questa volta ad opera di due comparse, in momenti e spazi diversi.
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